“Rappresentarsi tutto come enigma, non solo le grandi questioni che ci siamo sempre posti, perché il mondo è stato creato, perché nasciamo, viviamo e moriamo, perché forse, dopotutto, come ho già detto, non c’è nessuna ragione in tutto questo. Ma capire l’enigma di cose considerate in genere insignificanti. Sentire il mistero di certi fenomeni dei sentimenti, dei caratteri di un popolo, immaginare anche i geni creatori come oggetti molto curiosi che possiamo rigirare da tutti i lati. Vivere nel mondo come in un immenso museo di stranezze, pieno di giocattoli bizzarri, variopinti, che cambiano aspetto, che a volte come bambini rompiamo per vedere come sono fatti dentro. – E, delusi, ci accorgiamo che sono vuoti” Giorgio de Chirico.
Ispirate dalle parole di Giorgio De Chirico, le figure che abitano queste fotografie metafisiche sono enigmatiche; la loro natura è sempre sospesa tra tempo e fuori tempo, tra essere e non essere. Li riconosciamo come persone ma sono fatti di materia inerte e privi di fisionomia. Né vita né morte. Sono manichini rigidi senza volto, immersi in uno spazio senza tempo. Sono costretti ad amarsi in silenzio. Nell’era dei social, dove tutti vogliono apparire, ho cancellato l’argomento e l’ho forzato in questo finto ma vero amore eterno.